Data: 16/11/2012
 

Verso Doha. Il progetto delle Reti dell'Economia Solidale

Dalle Reti dell'Economia Solidale un'alternativa all'offerta di Enel e delle altre multinazionali dell'energia che utilizzano troppo spesso il termine "green" per nascondere strategie di sviluppo convenzionali e per nulla sostenibili

Verso Doha. Il progetto delle Reti dell'Economia Solidale

Al prossimo summit Onu sul clima previsto a Doha, l'Unione europea deve puntare ad un ambizioso taglio del 30% della CO2 entro il 2020. A premere in questa direzione sono gli eurodeputati della commissione ambiente, in una risoluzione adottata a larga maggioranza (54 voti a favore, 7 contrari e un'astensione), che passerà all'esame della plenaria nella sessione del 19-22 novembre. ''La commissione ambiente ha inviato il segnale chiaro che il summit di Doha deve proseguire lo slancio ottenuto a Durban'' afferma il presidente della commissione ambiente dell'Europarlamento, Matthias Groote (S&D), che preme sull'acceleratore: ''E' ora di muoversi''. ''L'Ue e i nostri partner mondiali - aggiunge Groote - devono mantenere le loro promesse, ma anche aumentare il loro livello di ambizione se ci stiamo avvicinando al limite dei 2 gradi'', cioè la soglia critica del riscaldamento globale. Secondo gli eurodeputati il target del 30% di riduzione della CO2 è ''nello stesso interesse dell'Ue per creare una crescita sostenibile, altri posti di lavoro e diminuire l'import dell'energia''. Avanti tutta allora ad un secondo protocollo di Kyoto, in vista di un accordo globale. Pieno appoggio degli eurodeputati anche all'inclusione dell'aviazione nel mercato Ue delle emissioni di CO2, nonostante le ritorsioni commerciali di Usa, Cina e India. Con un avvertimento: occorre affrontare ''urgentemente'' anche il problema delle emissioni dei trasporti via mare, a livello internazionale. 
Ma prima che ciò accada in Italia le Reti per le l'Economia solidale propongono una "rivoluzione dal basso". Di seguito pubblichiamo la loro proposta.

Dalle Reti per l'Economia Solidale
L'ennesima diffida da parte di Enel nei confronti di Greenpeace a causa della sua campagna contro il carbone, dimostra come il business dei combustibili fossili sia ancora al centro delle strategie economiche delle grandi corporation dell'energia.

Nonostante gli appelli del mondo scientifico spesso riassunti nei report dell'IPCC (Il Panel intergovernativo Onu sui cambiamenti climatici) e a dispetto dei dati riportati da diversi gruppi di ricerca sulle conseguenze dell'uso del carbone su ambiente e salute, diversi operatori energetici tra cui Enel hanno scelto di continuare ad investire in una fonte energetica, il carbone, ad alto impatto ambientale e sociale.

A tutto questo si aggiungono le politiche che il gruppo Enel sta portando avanti nei Paesi del Sud del mondo, come la costruzione di centrali idroelettriche in Cile, in Colombia, in Guatemala, dove la società civile locale e le organizzazioni delle comunità indigene stanno denunciando un impatto ambientale pesante ed il dislocamento di migliaia di persone per lasciare spazio alle grandi opere sostenute da Enel. O come la partecipazione attiva nello sviluppo del nucleare che permette alla multinazionale la gestione delle 11 centrali nucleari dislocate in Europa e la realizzazione di altri impianti nucleari in Slovacchia, nonostante gli italiani si siano opposti al nucleare con due referendum (1987 e 2011) e, al contempo, il nostro Governo sia l'azionista principale di Enel S.p.a. possedendone il 31% delle quote.

Per questo, come Reti dell'Economia Solidale, abbiamo scelto di cambiare strada, proponendo un'alternativa all'offerta di Enel e delle altre multinazionali dell'energia che utilizzano troppo spesso il termine "green" per nascondere strategie di sviluppo convenzionali e per nulla sostenibili.

Adesso è possibile cambiare.

Da oggi si può abbandonare definitivamente Enel e le altre multinazionali dell'energia a favore di una scelta sostenibile e trasparente. Se vuoi cambiare fornitore, puoi aderire al progetto promosso dalle Reti dell'Economia Solidale che, attraverso l'associazione  Co-energia  e la Cooperativa ReteEnergie, ha stipulato convenzioni con Trenta SpA, un produttore di energia elettrica proveniente al 100% da fonti rinnovabili.

In vista della prossima Conferenza delle Parti Onu sul clima (la COP18, che si terrà a Doha dal 26 novembre al 7 dicembre di quest'anno) e davanti alla lentezza dei decisori politici ed alle strategie di marketing delle grandi corporations, come realtà e reti dell'Economia Solidale crediamo che un importante contributo possa arrivare solamente dal basso. Partendo dal nostro quotidiano, attraverso il cambiamento delle nostre scelte di consumo e dei nostri stili di vita, possiamo dar vita ad un'azione collettiva di valenza politica. Per ribadire che questo modello di sviluppo va ribaltato e che la transizione verso una società più equa, ecologica e solidale non è solo un'urgenza immediata, ma un dovere morale per noi e per le generazioni che verranno.

 Promotori
Distretto di Economia Solidale Brianza (DES Brianza), Distretto di Economia Solidale Altrotirreno (DES Altrotirreno), Rete dell'Economia Solidale Marche (RES Marche), Coordinamento regionale per l'Economia Solidale Emilia Romagna (CRESER), Associazione Co-Energia, Comune-info, Fairwatch, (OdES) Officina dell'Economia Solidale di Pisa, Italia - Nicaragua di Livorno, GdL "Legge dall'economia solidale" rete RES nazionale, GdL "locale-globale" rete RES nazionale

  • Per adesioni: Alberto Zorattiazoratti@yahoo.it
  • Info: la diretta dalla COP18, la prossima Conferenza Onu sul clima di Doha direttamente sul web dal blog: Altreconomia-Clima e dalla pagina facebook di Fairwatch

 Uno al Giorno. Il video di Greenpeace che non è piaciuto all'Enel

Giampaolo Scardia - Roma

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