Data: 18/01/2013
 

Noi e l'acqua. Quel che resta dell'ambiente

Appena chiuso questo primo editoriale del 2013 ci è arrivato un invito, una email da Peppe Croce di Greenstyle, sulla spinta di un'idea di Marina Perotta di Ecoblog e siamo partiti per un'altra avventura, alla ricerca del senso per l'ecologia nei candidati alle elezioni politiche

Noi e l'acqua. Quel che resta dell'ambiente

Abbiamo bisogno di acqua per soddisfare la nostra sete, la nostra fame (senza acqua non avremmo di che mangiare, né frutta, né verdura, né cereali, né carne, né pesce).
Ciascuno di noi ha bisogno di bere da 2 a 4 litri d’acqua ogni giorno, ma servono da 2.000 a 5.000 litri per produrre l’alimentazione quotidiana necessaria al fabbisogno di una sola persona: circa 1.500 litri per ottenere un kg di grano, 15.000 per un kg di carne di manzo.

Abbiamo bisogno dell'acqua per il raffreddamento delle centrali elettriche, per le auto, per lavarci e per vestirci: sono necessari 2.900 litri per confezionare una camicia di cotone e 8.000 per ottenere una paio di scarpe in cuoio (che corrispondono poi alla quantità di acqua necessaria per allevare la mucca da cui il cuoio proviene e ultimarne il processo di lavorazione fino al prodotto finito).

L'acqua ha bisogno di noi, di tutta la nostra attenzione. Sulla testa dell'Italia pende una condanna da parte della Corte di Giustizia dell'Unione europea (arrivata nel luglio del 2012) per una procedura di infrazione sulla depurazione e il mancato adeguamento alle norme comunitarie in materia di trattamento delle acque reflue. Il rischio è che a questa sanzione se ne aggiunga un'altra: lo scorso 31 dicembre sono scaduti i termini delle deroghe per il parametro arsenico nelle acque destinate al consumo umano, che in alcune Regioni italiane era oltre i limiti di legge, l'Europa richiama il nostro Paese al rispetto degli impegni. E nel Lazio (in alcuni Comuni) è scattato il divieto di aprire i rubinetti perché l'arsenico è ancora lì, fuorilegge, ad avvelenare l'acqua.

Che fine ha fatto il referendum sull’acqua in Italia? Il 28 dicembre scorso l’Autorità per l’Energia Elettrica ed il Gas ha approvato il nuovo Metodo Tariffario Transitorio 2012-2013 per il Servizio idrico Integrato sancendo, nei fatti, la negazione dei referendum del Giugno 2011, con cui 27 milioni di cittadini italiani si erano espressi per una gestione dell’acqua pubblica e fuori dalle logiche del mercato. 

Noi crediamo che la qualità dell'acqua che scorre negli acquedotti, nei laghi e nei fiumi, come nel mare, sia al primo posto tra i doveri di un governo. Ma scartabellando tra le carte di quest'ultimo esecutivo, ma anche del penultimo e dell'altro ancora, l'acqua da risorsa primaria diventa servizio idrico o territorio di conquista per trivellazioni petrolifere e grandi navi da crociera; viene considerata, quantificata e nominata, in quanto merce, valutata in costi e tariffe e sbattuta sul mercato al pari del gas e dell'energia elettrica. Investimenti sulla qualità e contro lo spreco? Nessuno. Nessuna garanzia in merito.

Così se l'arsenico scorre ancora negli acquedotti della Regione Lazio, neanche l'acqua salata dei nostri mari gode di buona salute. Il traffico dei container e le rotte superaffollate, la pesca intensiva, gli scarichi abusivi. Non passa giorno senza la sua perdita di veleni e oil spill. Piccoli incidenti, cattive abitudini, frodi. Nessuno se ne preoccupa. 

Anche l'informazione ambientale non sta tanto bene. Se infatti c'è molta attività nella Rete, nei media mainstream se ne parla sempre e solo in termini di contingenza, disastri o dossier di questa o quella associazione ambientalista. E' in questo quadro che abbiamo scelto di metterci in gioco con un progetto ben preciso, quasi un anno fa, era il 24 febbraio 2012. Decisi a mettere in Rete un WaterMagazine. Ed è così che lo scorso 4 agosto siamo andati online con il numero zero di Maree.

Siamo partiti insieme a voi lettori, con qualche defaillance, speriamo di essere parzialmente riusciti a portarvi una panoramica dall’Italia e dal mondo sulle notizie e novità che riguardano l’acqua e le sue storie. La tecnologia, l’arte, i profili, gli appuntamenti e le immagini che fanno del nostro water magazine, un’alternativa alla diffusione delle news convenzionali. Ci siamo anche "dotati" di una sezione per annunci gratuiti, dove si possono offrire, chiedere o barattare cose che spesso eludono le categorie in uso in altri siti.

A volte ci siamo trovati a fare della scelte senza il completo consenso di tutta la redazione, nella convinzione di una linea editoriale chiara nella quale crediamo e nella quale si riconciliano idee diverse del nostro sentirci parte di Maree. Ma non ci fermeremo qui, la nostra voglia di crescere e di rinnovarci è costante. In un mercato dell'informazione pieno di sfide, dobbiamo diversificare la nostra offerta e proporci anche con delle novità che modificano il nostro progetto iniziale, cosi da rimanere coerenti al work in progress di cui abbiamo parlato nel nostro primo editoriale.

Stiamo pensando di "crescere" anche attraverso una forma associativa più ampia che spiegheremo in maniera dettagliata più avanti nel tempo e dopo aver vagliato una formula adeguata che preservi lo spirito di indipendenza che ci ha portato fin qui. Altre iniziative ci aspettano in condivisione con comunità vicine e lontane dove un aiuto concreto può fare la differenza. La scarisità di risorse idriche ancora oggi mette a repentaglio aree geografiche lontane dal nostro vivere quotidiano. Ed è per questo che ci occuperemo direttamente di progetti per la riqualificazione idrica e dell’ambiente a 360°, dove chi vorrà associarsi e contribuire alle nostre iniziative sul campo potrà farlo. Ci faremo anche parte attiva per sponsorizzare manifestazioni in ambito italiano ed estero di promozione culturale di arte e comunicazione, all’occasione organizzando direttamente festival ed incontri. E stiamo pensando ad un premio fotografico. Presto vi daremo dettagli. (Roma, 12 gennaio 2013)

Carlo Bochicchio - Londra 
Sabrina Deligia - Roma

Ps. Appena chiuso questo primo editoriale del 2013 ci è arrivato un invito, una email da Peppe Croce di Greenstyle, sulla spinta di un'idea di Marina Perotta di Ecoblog. “Per fare un po' di ordine nelle idee e cercare di rintracciare l'ambiente nei programmi dei partiti, cioè per trovare l'ago nel pagliaio, questa sera alle 21:30 ho dato appuntamento ad un gruppo di blogger e giornalisti ambientali di varie testate. Ci vedremo su Google Plus, in un videoritrovo in diretta che poi sarà pubblicato anche su Youtube e sui vari siti per i quali questo gruppo di persone scrive ogni giorno. Crediamo sia un modo efficacie per fare il punto della situazione e mettere in luce quale idea di sviluppo abbiano gli aspiranti premier e i partiti che li appoggiano”. La scommessa è partita con un primo videoritrovo, per guardarci negli occhi. (Roma, 20 gennaio 2013)

Ed eccoci otto tra blogger e giornalisti nella Rete per l'Ambiente

Marina Perotta - Ecoblog.it

Stefania Divertito - TogheVerdi.wordpress.com

Peppe Croce - GreenStyle.it

Guido Grassadonio - GreenStyle.it

Maria Ferdinanda Piva - Bloeko.iljournal.it

Giuseppe Lanzi- Vita/Ambiente

Sabrina Deligia - Mareeonline.com

Carlo Bochicchio - Mareeonline.com

 Videoritrovo Numero Zero - Prove e tecniche di conoscenza     (Roma, 25 gennaio 2013)

 

 Videoritrovo Numero 1/ Realacci, il candidato Panda del Pd (l'ultimo ecologista) (Roma, 30 gennaio 2013)
e questa volta con noi anche Sergio Ferraris - Qualenergia.it


 Videoritrovo Numero 2/ con Loredana DePetris di Sinistra ecologia e liberta 
(Roma, 01 febbraio 2013)

Videoritrovo Numero 3/ con Angelo Bonelli (Fed. Verdi) Lista Ingroia (Roma, 04 febbraio 2013)

 

Commenti degli utenti

15/02/2013 - 15:17 m@ree scrive:
"Scegliere gli Ogm nella coltivazione in campo aperto significherebbe mettere in discussione i diritti delle generazioni che verranno. Crediamo che la biodiversità sia un valore universale da difendere. Se da un lato le multinazionali dell'industria biotech brevettano e vendono semi transgenici e pesticidi ad hoc, dall'altro non rispondono a quesiti sulla sicurezza alimentare e ambientale. Uno dei grandi misteri di cui è intrisa la diffusione di sementi Ogm (dagli anni 90, ormai) in tutto il mondo è stata l'assenza di studi scientifici indipendenti sui possibili effetti a lungo termine sulla dieta di persone e animali".
11/02/2013 - 10:31 Massimo scrive:
"Non si può continuare a negare, alle imprese agricole italiane, il diritto di avvalersi delle tecnologie che migliorano le rese unitarie o garantiscono rese analoghe con minori imputs produttivi. Il bando all’uso delle varietà geneticamente modificate iscritte al catalogo comune europeo, per le quali nessuna evidenza scientifica ha mai dimostrato pericoli per la salute umana e per l’ambiente, deve essere rimosso. Allo stesso tempo va rimosso l’anacronistico bando alla ricerca in campo aperto sulle biotecnologie agrarie, che potrebbe rappresentare un fondamentale strumento per il recupero e la difesa di importanti varietà tradizionali italiane".
DAL PROGRAMMA ELETTORARE DI "FARE PER FERMARE IL DECLINO" DI OSCAR GIANNINO
Voi di Mareeonline come la pensate sugli OGM?
Grazie.

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