Data: 09/11/2012
 

Deepwater Horizon, lessons from offshore

L’incidente del Golfo Messico ha avuto come conseguenza l’instaurarsi di un nuovo scenario destinato ad influenzare codici ambientali, standard di sicurezza, protocolli operativi. Un’analisi del rischio necessaria

Deepwater Horizon, lessons from offshore

Scrivevamo tempo fa che lo studio delle cause dell’esplosione, il 20 aprile 2010, della piattaforma Deepwater Horizon durante la realizzazione di un pozzo a mare nel Golfo del Messico, sarebbe stato essenziale per indirizzare le tecnologie e le procedure dell’attività esplorativa in contesti deepwater verso un miglioramento dei sistemi di sicurezza, e che la ricostruzione analitica della sequenza degli eventi avrebbe consentito di capire se c’erano state inefficienze della strumentazione tecnica, o ancora sottodimensionamento del rischio, cattivo funzionamento, incompatibilità fra strumenti, assenza di strumentazione, presenza di strumentazione e suo mancato utilizzo, errori umani nell’interpretazione dei dati strumentali nella gestione delle fasi precedenti l’incidente, o, se, al contrario, non erano state eseguite correttamente le procedure previste dai protocolli operativi.

L’incidente del Golfo Messico
ha avuto come conseguenza l’instaurarsi di un nuovo scenario o fase post Macondo destinato ad influenzare l’industria upstream, codici ambientali, standard di sicurezza, tecnologie deepwater nel settore drilling e del completamento, per quanto fossero già previsti metodi integrati elettromagnetici e sismici per la valutazione dei rischi esplorativi in acque profonde, sistemi d’intervento rapido in caso di blow out, nuovi sistemi di controllo della pressione in fase di perforazione, nuovi criteri per attività di esplorazione in acque profonde in regime di pressione non convenzionale.

Quanto al Mediterraneo,
si prevede che in futuro esso sarà sempre più interessato da attività di esplorazione e produzione con scenari sempre più articolati e complessi. A variegare il panorama, la recente comparsa di strutture offshore come impianti di rigassificazione a gravità o flottanti, unità galleggianti di produzione o stoccaggio temporaneo.


Considerato il quadro,
un’analisi del rischio, inserita nel perimetro della dimensione marittima della security oltre che della safety, sarà quanto mai necessaria. Primo passo sarà pertanto la formulazione di un modello di analisi che consenta di conoscere la natura dei pericoli collegati alle attività offshore. Tempo fa l’Organizzazione Marittima Internazionale, l’agenzia ONU per la sicurezza in mare e la prevenzione dell’inquinamento marino, con sede a Londra, ha varato ad esempio le Specific guidelines for assessment of platforms or other man-made structures at sea. Ma si potrebbero citare anche il Risk assessment in the offshore industry della Safety and Reliability Society, A Guide To Quantitative Risk Assessment for Offshore Installations della Det Norke Veritas, la Guidance on Risk Assessment for Offshore Installations della Health, Safety and Environment, le Guidance notes on risk assessment applications for the marine and offshore oil and gas industries dello American Bureau of Shipping, e così via.

Accanto a un’analisi del rischio
, c’è anche la necessità di conoscere le modalità d’intervento in caso di sversamenti di idrocarburi o altre sostanze inquinanti in mare a seguito di sinistri, incidenti, azioni di sabotaggio e altre minacce esterne; di un’analisi di scenario d’inquinamento delle aree marine e dello stato dell’arte dei mezzi e delle attrezzature per il contenimento degli inquinanti e loro recupero meccanico; dello studio e valutazione delle tecniche non meccaniche di bonifica ambientale; delle modalità operative, gestione della task force d’intervento rapido e coordinamento dei mezzi coinvolti (navi, aerei, elicotteri, personale di terra); dello stato dell’arte dei sistemi di monitoraggio con mezzi navali e terrestri delle aree marine critiche; di software di simulazione di sversamenti di inquinanti e loro dispersione, e d’intervento dei mezzi di recupero e bonifica con simulazione della rotta delle unità disinquinanti in direzione della zona d’interesse. Della costituzione, infine, di un data base di sistemi di monitoraggio d’inquinamento marino da idrocarburi, gestione di emergenze, interventi.

Un esempio è il sistema SInGER o Sistema Informativo Gestione Emergenze Rilevanti, sviluppato tempo fa da Unione Petrolifera e Assomineraria. Un simile sistema consente, sotto forma di sito intranet a rubriche informative, di centralizzare tutte le informazioni necessarie per il coordinamento e la gestione delle emergenze rilevanti nel ciclo degli idrocarburi. La rubrica "contatti" di SInGER contiene informazioni su società e organizzazioni aderenti al sistema, quindi su pozzi di perforazione e depositi di prodotti che potrebbero essere coinvolti in un’emergenza; sugli esperti, con relative competenze, disponibili in caso d’emergenza; sui piani predisposti da ciascuna società per rispondere alle varie tipologie d’emergenza. La rubrica "mezzi" contiene informazioni sui mezzi disponibili per la gestione delle emergenze, riuniti per categorie: attrezzi (sistemi antincendio), equipaggiamenti (barriere galleggianti, aspiratori di superficie, gruppi elettrogeni), impianti (trattamento rifiuti), materiali e prodotti chimici (disperdenti, oleoassorbenti, schiumogeni), mezzi marini, terrestri e aerei (elicotteri di soccorso, battelli disinquinanti, rimorchiatori, mentre per ciascun mezzo vengono indicate idonea tipologia d’emergenza, caratteristiche tecniche, localizzazione e canali d’accesso). La rubrica "emergenze" consente invece di creare e mantenere una serie storica delle emergenze con la descrizione della tipologia, le società coinvolte, i tempi e le modalità d’intervento. Le emergenze considerate riguardano il blow out, l’eruzione, cioè, incontrollata di un pozzo di perforazione, esplosioni, incendi, inquinamenti in mare e a terra, nonché incidenti che richiedano evacuazione medica.



Stefania Elena Carnemolla - Milano


Schema progetto SInGER


 

 

 link: DataBook 2012 Unione petrolifera

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