Data: 22/11/2013

Acqua di città, certezze e lavori in corso

Quel legame non più rinviabile tra i servizi idrici, la difesa del suolo e la tutela degli ecosistemi. Per capire l'importanza di questa scelta, abbiamo intervistato Mauro Bencivenga dell'Ispra (Tutela Acque Interne e Marine)

Acqua di città, certezze e lavori in corso

Quest'anno l'Ispra, per la prima volta - all'interno dell'annuale "Rapporto sulla Qualità dell'ambiente urbano" giunto alla sua IX edizione - ha dedicato una parte "speciale e consistente" della sua analisi all'Acqua. La prima edizione del Rapporto - la cui pubblicazione è ormai un classico - è del 2004, quando l'Ispra (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) era ancora conosciuta come Apat (Agenzia per la Protezione dell'Ambiente e per i servizi Tecnici). In quest'ultima edizione, come nelle precedenti, è possibile trovare i dati e le analisi d'interesse ai fini ambientali divisi nelle seguenti sezioni: Fattori demografici; Suolo e Territorio; Natura urbana; Rifiuti; Acque; Emissioni e Qualità dell'aria; Cambiamenti climatici; Trasporti e Mobilità; Eposizione all'inquinamento elettromagnetico, acustico e indoor; Turismo; Emas, sostenibilità locale, comunicazione ed informazione. Nel "Focus su acque e ambiente urbano", oltre trecento pagine, oltre a fornire dati si analizzano esempi concreti di come varie città italiane fanno fronte ai problemi connessi all'acqua di cui maggiormente risentono. Per avere una panoramica più vasta del valore e dell'importanza di questa scelta, abbiamo intervistato Mauro Bencivenga, direttore del Dipartimento Tutela Acque Interne e Marine dell'Ispra.


Perché proprio quest'anno si è scelto di realizzare a corredo del IX rapporto ISPRA questo Focus?
Oggi, non solo per i fatti di cronaca che tutti conosciamo (allagamenti, cattive gestioni dei servizi idrici, inquinamenti delle falde, ecc), ma anche sotto la forte spinta degli indirizzi della Commissione Europea, la problematica “acqua” in ambienti urbanizzati, inizia ad assumere un ruolo prioritario per la salvaguardia ecosistemica - economica delle nostre città. E' proprio per questi motivi, nell’ambito dei compiti istituzionali svolti dal Dipartimento Tutela delle Acque Interne e Marine (tutela, risanamento, fruizione e gestione delle risorse idriche), che si scelto in accordo con il gruppo di lavoro Ispra/Arpa/Appa sulle aree urbane, di dedicare quest’anno il Focus alla tematica delle “acque”.

Quali sono gli obiettivi che vi siete posti nella stesura del Focus?
Volevamo rivolgerci ad una platea ampia e non solo di addetti ai lavori pur mantenendo un certo rigore tecnico scientifico, cercando di evidenziare alcuni concetti per noi importanti in modo semplice e chiaro. Quello che volevamo che emergesse con forza da questo lavoro era l’interconnessione tra i vari aspetti tecnico, gestionali, economici ed ambientali legati all’acqua in ambito urbano, ovvero l’importanza del legame tra i servizi idrici, la difesa del suolo e la tutela degli ecosistemi. Questo legame viene spesso trascurato con la conseguenza negativa che le singole questioni vengono affrontate separatamente. Per raggiungere tale obiettivo è necessario adottare un punto di vista multidisciplinare, che unisca e metta a sistema le esperienze maturate in ambiti disciplinari a volte anche differenti. In tal senso l’avere unito all’interno di un'unica pubblicazione il lavoro portato avanti dal modo della ricerca, dagli enti di governo del territorio, dalle associazioni ambientaliste e più in generale a tutti gli addetti ai lavori nel campo delle acque è stato un importante passo in avanti verso il raggiungimento di questo importante traguardo.

Secondo lei qual è il dato più rilevante emerso dal vostro lavoro?
In primo luogo l’effettiva necessità di una visione multidisciplinare ed integrata, riconosciuta anche a livello internazionale, in grado di contemplare simultaneamente i diversi aspetti inerenti la gestione e la tutela delle risorse idriche. Non meno importante è stata la constatazione che, se messi a sistema, sia gli strumenti di gestione che la ricerca tecnica applicata, hanno raggiunto livelli di eccellenza tali da far presupporre un futuro prossimo fatto di città ad alto livello tecnologico e ridotto impatto sulle risorse idriche. L’avverarsi di tale “profezia” richiede tuttavia una più forte spinta sia a livello di indirizzi legislativi nazionali che di incentivi economici.

Invece tra i tanti esempi concreti presentati per vari aspetti (Matera, Bologna, Modena, Roma, Torino, Venezia...) quale quello da cui trarre maggiori spunti di riflessione ?
Nella scelta degli argomenti da trattare nel focus, abbiamo cercato di non avere sovrapposizioni tra le tematiche esposte in modo tale da proporre una panoramica di tutte le questioni che possono essere riscontrate quando si parla di “acqua” nelle città. Pertanto, ogni articolo fornisce uno spunto di riflessione diverso dall’altro con una sua specifica importanza. Pertanto, solo per citarne alcuni: l’articolo sui “Piani comunali delle acque della provincia di Venezia” ha fatto emergere l’importanza di questo nuovo strumento di pianificazione con cui, alla scala locale, attraverso la predisposizione di apposite analisi e previsioni, si è in grado di programmare e gestire le problematiche idrauliche del territorio, individuando le criticità, le soluzioni e le priorità; gli esempi di Matera, Bologna e Modena fanno riflettere sull’importanza del rapporto tra il tessuto storico, urbano territoriale e il sistema delle acque, mentre l’esempio del Parco fluviale di Torino, sull’opportunità di riqualificare e valorizzare parti del territorio spesso degradate ed improduttive. Il lavoro proposto dall’Autorità di Bacino dell’Arno, ha portato la riflessione sull’importanza della modellistica di previsione nella stima quantitativa del rischio idraulico in città d’acqua dal grande valore storico e architettonico come Firenze.

Frane ed esondazioni. Quali sono gli strumenti più innovativi con cui si pensa di far fronte al problema?
Sicuramente è una problematica molto complessa che il focus, per il suo carattere editoriale, ha trattato solo in parte nelle diverse sezioni. Ciò detto, dai vari articoli in cui emerge questa tematica si capisce chiaramente che una corretta gestione e manutenzione del territorio (gli articoli sul drenaggio delle acque meteoriche evidenziano tale aspetto) affiancata a ricerche specifiche nel campo della modellistica idraulica (il citato studio dell’AdB Arno per Firenze ne è un esempio) insieme a indirizzi pianificatori e legislativi che vanno perso il principio di “precauzione” più che di “emergenza”, potrebbe sicuramente ridurre gli effetti devastanti che purtroppo ogni anno siamo abituati a subire.

Che ne pensa dei Contratti di Fiume, possono davvero assumere un ruolo sempre più rilevante nel futuro?
I contratti di fiume potranno assumere nei prossimi anni un ruolo di primo piano in qualità di strumenti di democrazia intermedia importanti: per facilitare la partecipazione di tutti i soggetti interessati alla costruzione delle politiche di governo dei distretti idrografici; per favorire il coordinamento delle politiche portate avanti nell’abito della direttiva quadro sulle acque (2000/60/CE) e nell’ambito della direttiva per la tutela dal rischio alluvioni (2007/60/CE); per migliorare l’attuazione coordinata delle direttive di cui al punto precedente al livello dei bacini idrografici.

Per un'attenta gestione delle risorse idriche, oltre alla tariffa, quali sono gli altri strumenti da utilizzare?
La strade per ottimizzare la gestione delle risorse idriche sono varie e complementari. Strumenti quali ad esempio il riuso delle acque grigie e meteoriche nelle abitazioni, possono contribuire , insieme agli strumenti tariffari, a razionalizzare gli usi e i consumi d’acqua al livello dei singoli edifici. Tali strumenti hanno raggiunto la piena maturità tecnologica e la loro diffusione è una questione d’informazione oltre che di accettabilità tecnica ed economica. La gestione ottimale delle acque alla scala dei singoli edifici può essere conseguita grazie a strumenti d’indirizzo quali i regolamenti edilizi comunali ovvero incentivata attraverso il ricorso alle certificazioni ambientali.

Eleonora Battaglia - Roma

Link e credit:

- Acque e ambiente urbano - Rapporto Ispra 2013  

- IspraAmbiente
  

- Credit: Deep Like A Water Glass - Rome - Artist: Hogre - Photo by Jessica Stewart (RomePhotoBlog)



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