Data: 14/09/2012
 

Safety of Life at Sea

Il 20 gennaio del 1914, due anni dopo il naufragio del Titanic, colato a picco nel Nord Atlantico la notte fra il 14 e il 15 aprile dopo aver urtato un iceberg, i rappresentanti di sedici paesi si riunirono a Londra firmando, durante una conferenza internazionale sulla sicurezza della vita in mare, la convenzione Safety of Life at Sea (Solas). La convenzione, che non entrò in vigore a causa dello scoppio della Prima Guerra mondiale, conteneva disposizioni in materia di soccorso fra navi, monitoraggio dei ghiacci, comunicazioni radiotelegrafiche, turni di vigilanza, abbandono della nave, scialuppe di salvataggio, compartimentazione, costituendo il primo passo verso la creazione di regole comuni sulla sicurezza della navigazione marittima e della vita in mare. Nel 1929, a Londra, venne firmata, durante una seconda conferenza, una convenzione riguardante le sole navi passeggeri, che modificò quanto individuato nel 1914 in materia di compartimentazione, scialuppe di salvataggio e radiocomunicazioni, introducendo ora una normativa sui mezzi antincendio.
Fu quindi la volta della conferenza di Londra del 1948 e di una terza convenzione destinata a navi da carico e navi passeggeri. Dopo l’incidente della Andrea Doria, costruita a Genova secondo le regole della Convenzione del 1948 ed entrata in collisione nel 1956, al largo di Nantucket, con lo Stockolm, il 17 giugno del 1960, a Londra, venne firmata una quarta convenzione poi più volte emendata e superata, nel 1974, da una quinta convenzione, destinata, a sua volta, a modifiche e aggiornamenti. Il 14 aprile di quest’anno, nel ricordare, attraverso un video-messaggio, il centenario del naufragio del Titanic, Koji Sekimizu, Segretario Generale della Organizzazione Marittima Internazionale, l’agenzia Onu per la sicurezza della navigazione e la prevenzione dell’inquinamento marino, con sede a Londra, ha ripercorso i progressi compiuti in tema di sicurezza della navigazione marittima sotto il profilo, soprattutto, della salvaguardia della vita umana in mare, consapevole, tuttavia, della necessità di continui miglioramenti nel settore.

Qui di seguito il messaggio di Koji Sekimizu in traduzione italiana

Cento anni fa, oggi, 14 aprile, il Titanic urtò un iceberg durante il suo viaggio inaugurale fra l’Europa e gli Stati Uniti. Nel giro di poche ore, più di millecinquecento persone morirono nelle acque gelide del Nord Atlantico, trasformando quella che era allora la nave più famosa del mondo in un nome per sempre associato a disastro. Il disastro del Titanic spinse quella volta le più importanti nazioni marittime del mondo ad agire con decisione affrontando il tema della sicurezza marittima, ciò portò, nel 1914, all’adozione della prima convenzione internazionale sulla sicurezza della vita umana in mare, la SOLAS. L’Organizzazione Marittima Internazionale affonda le sue radici nel tempo nel disastro del Titanic, allorquando, di riflesso, divenne chiara l’esigenza di una normativa standard internazionale a sorveglianza della sicurezza marittima; e la sicurezza in mare rimane l'obiettivo principale della Imo. Oggi, nel 2012, per quanto assai rivista e aggiornata, la SOLAS è ancora lo strumento internazionale più importante, sotto forma di trattato, sulla sicurezza marittima. Essa fa ora parte di un quadro normativo completo che copre quasi tutti gli aspetti della progettazione navale, costruzione, operazioni e condotta. Lo spirito e la determinazione di tutti coloro che hanno lavorato per creare questo quadro dovrebbe essere riconosciuto, dandogli credito.
In cento anni abbiamo assistito a un enorme miglioramento nel primato di sicurezza della navigazione. Ma le nuove generazioni di navi portano a nuove sfide, ciononostante, ancora oggi si verificano incidenti, rafforzando la necessità di continui miglioramenti. I nostri sforzi per promuovere la sicurezza marittima e, in particolare, per evitare che accadano alle navi passeggeri disastri come quello del Titanic, non finiranno mai. Oggi, nel centesimo anniversario di quel disastro, ricordiamo coloro che persero la vita nelle acque gelide del Nord Atlantico in quella fatale notte del 14 aprile 1912 e riflettiamo sui pericoli e insidie ancora oggi associati ai viaggi per mare, esorto i governi degli Stati membri dell’IMO e l’industria marittima nel suo complesso a rafforzare la nostra determinazione volta a migliorare e potenziare la sicurezza delle navi passeggeri, oggi e in futuro.

Stefania Elena Carnemolla - Milano


 

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